Con Bestbefore si apre la guerra allo spreco alimentare
Non è certo una novità degli ultimi anni il problema dello spreco di cibo: se da un lato i paesi del primo mondo possono permettersi di buttare tonnellate di alimenti per le più svariate ragioni, dall’altro gli stati meno abbienti vedono la loro popolazione in preda alla fame senza poter arginare il fenomeno in alcun modo. Con la nuova attenzione dedicata al cambiamento climatico, inoltre, si deve ragionare anche in termini di emissioni di CO2 causata dai processi di produzione di cibo che non verrà poi consumato, aggravando i danni di questo spreco.
Il giovane team di Bestbefore però non si è rassegnato dinnanzi a questi problemi, tanto profondi che potremmo definire quasi insiti nel nostro sistema, ed ha elaborato una piattaforma online in grado di ottimizzare gli sprechi alimentari, vendendo cibo vicino alla data di scadenza o prodotti “fallati” (ma pienamente commestibili).
Questa app di e-commerce si è rivelata un successo e dalla sua fondazione a novembre 2020 ha contribuito a salvare 1,5 tonnellate di cibo che sarebbe stato buttato via; non solo, le prospettive paiono rosee anche dal punto di vista finanziario per questa startup che si propone di espandere il suo business su varie città al momento non coperte e di arrivare per il 2025 non solo ad utili per 1 milione di euro, ma anche ad aprire un supermercato nella nostra Torino.
Così ne parla il trentatreenne Nikas Bergaglio, CEO di Bestbefore:
“Stiamo vivendo un periodo drammatico in termini di emergenze climatiche e sociali, che come spesso accade nella storia sono strettamente correlate. Dal nostro piccolo osservatorio abbiamo notato negli anni una crescente sensibilizzazione nei confronti della lotta allo spreco alimentare, molto accentuato in Italia ma non solo e con ingenti ripercussioni sulle persone e sul pianeta. Cerchiamo di incontrare i bisogni di tutti con questo servizio: da un lato del cliente, che cerca di risparmiare sull’acquisto di generi alimentari di qualità, soprattutto di artigianato, e di non sprecarli, e da un lato delle aziende che traggono vantaggio dalla vendita di prodotti che altrimenti rimarrebbero invenduti. E lo facciamo privilegiando sempre la qualità e il produttore, che per noi sono imprescindibili.
Lo spreco alimentare è un fenomeno dannoso che racchiude in sé molti più risvolti di quelli che vediamo nel breve termine, per esempio lo spreco delle risorse naturali utilizzate per la produzione, in primis l’acqua, del cui valore ci rendiamo conto solo adesso che stiamo vivendo la peggiore siccità degli ultimi tempi. Se ognuno di noi facesse la sua parte, evitando di far andare a male gli alimenti o consumando anche quelli che apparentemente sono imperfetti, potremmo arginare una situazione che peggiora di giorno in giorno, che coinvolge tutti, dal produttore al consumatore, e che ci chiama in causa direttamente”.
Davide Cuneo