Al Politecnico di Torino si studia la “dieta del futuro”
Probabilmente avrete già sentito in qualche caso riportare che in occidente il consumo di carne è eccessivo e che la carne ha sul pianeta un impatto non indifferente a livello ambientale, ebbene questo dato è senz’altro vero. Una ricerca del Politecnico di Torino pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature Food mostra infatti quale dieta sarebbe necessaria perché 10 miliardi di persone possano sfamarsi adeguatamente senza danneggiare l’ambiente, la cosiddetta dieta Lancet. Ovviamente il problema più grave al momento rispetto alla dieta proposta è un consumo di carne pari a 2,5 volte a livello globale, ma che arriva fino a 4 volte considerato il solo occidente, rispetto alla quantità sostenibile di 200 grammi per settimana a persona. In conseguenza di ciò è anche decisamente più basso il consumo di legumi consigliato, ha infatti subito una brusca discesa dagli anni ’60 con la nuova prosperità del secondo dopoguerra. In particolare il consumo di acqua richiesto per grammo di carne è decisamente troppo elevato rispetto agli altri alimenti, principale ragione per cui la dieta proposta ne diminuisce sensibilmente l’uso (qui sopra una mappa che mostra la variazione dell’impronta idrica a livello globale co il rispetto della nuova dieta).
Un buon trend si registra per quello che riguarda il consumo di frutta e verdure consigliato, rispettivamente 200 e 300 grammi al giorno a testa, anche se non mancano alcune criticità come i Food Deserts, ovvero zone cittadine ove reperire frutta e verdura freschi è complesso ed eccessivamente costoso.
Vengono infine tracciate alcune linee guida su possibili approcci per indirizzare la popolazione ad una dieta più sana e sostenibile, come ad esempio un maggior numero di campagne di sensibilizzazione e più alta tassazione per prodotti nocivi per l’ambiente, come carne e bibite gasate.
Di seguito il link per l’articolo originale.
https://www.nature.com/articles/s43016-021-00452-0
Davide Cuneo