Pescaria punta a diventare il primo fast food italiano all’estero
“Conoscete un fast food italiano nel mondo?” Attualmente non esiste (sebbene All’Antico Vinaio stia facendo sforzi significativi) e Pescaria progetta un futuro ambizioso. Dopo nove anni dalla sua fondazione, realizzata con un investimento iniziale di soli 10mila euro, i ‘pescatori in cucina’ di Polignano desiderano introdurre il concetto di fast food italiano in Europa e successivamente in tutto il mondo.
Nonostante le modifiche nell’assetto societario, con l’agenzia di marketing Brainpull che è diventata l’unica proprietaria acquisendo il 51% delle quote dal co-founder Bartolo L’Abbate, la visione di valorizzare l’esperienza e la cultura del pesce crudo e cotto rimane invariata. Per realizzare questa visione, Domingo Iudice ha cercato un leader esperto e ha chiamato il manager pugliese Leonardo Volpicella, che vanta diverse esperienze professionali nel settore pubblico e privato. Nel frattempo, per consolidare il marchio, è stata annunciata la creazione dell’Accademia Pescaria a Polignano, prevista per marzo 2024. Questa accademia mira a formare il personale e garantire l’artigianalità nei processi più strutturati. Il fast food, che si vanta di avere uno chef in ogni cucina, intende standardizzare il suo formato e coltivare nuovi chef attraverso l’accademia, dove potranno acquisire competenze manuali, tecniche e migliorare la capacità di analisi olfattiva. Dopo nove aperture in diverse città italiane, l’attenzione di Pescaria si rivolge ora all’espansione internazionale, con la prima destinazione ancora mantenuta segreta. Nel frattempo, Pescaria, desiderosa di abbracciare anche la sostenibilità ambientale, sta lavorando per ridurre lo spreco dei prodotti, attualmente al 4% in tutti i suoi punti vendita.
Pescaria si trova in tutte le maggiori città italiane, tra cui anche a Torino.