Food per il sociale

“Youth and Food”, un’opportunità per giovani immigrati

In Italia sono più di 12mila gli immigrati minorenni giunti in Italia senza un accompagnatore ed ovviamente la loro situazione è particolarmente drammatica vista l’assenza di una figura di riferimento in un percorso duro di integrazione in un paese diverso dalla loro patria e non sempre pienamente ricettivo.
Proprio per aiutare questi soggetti fragili è stato avviato da Slow Food in cooperazione con diverse cooperative ed i Comuni di Torino ed Agrigento il progetto “Youth & Food – Il cibo veicolo di inclusione”, che si pone l’obiettivo di contrastare la povertà educativa minorile.
Sono dunque stati selezionati 60 giovani residenti in queste due città che, dopo un periodo di affiatamento iniziale, saranno istruiti in tecniche agricole richieste sul mercato del lavoro che gli permettano di ottenere un’occupazione decorosa e non finire nelle mani della mafia.
In particolare a Torino è stata fondata una vera e propria scuola per mediatori gastronomici che accoglie 16 ragazzi provenienti per lo più da Pakistan, Senegal e Maghreb. Così racconta Stefano di Polito che con la Cooperativa Meeting Service, che ha seguito le fasi di avvio del progetto nelle cucine attrezzate per la formazione professionale delle Fonderie Ozanam di Torino:

“Abbiamo messo in piedi una vera e propria scuola per mediatori gastronomici. A ogni ragazzo abbiamo chiesto una ricetta del cuore. A partire da queste abbiamo lavorato sull’Italiano: come si scrive una ricetta, quali verbi usare, le unità di misura… Abbiamo coinvolto un cuoco di ciascun Paese che ha preparato i piatti indicati dai giovani e ha insegnato loro a replicarli. È stato un momento molto particolare perché la maggior parte non mangiava il proprio piatto del cuore da quando ha lasciato il Paese d’origine. Non appena finirà il Ramadan ricominceremo con i corsi di cucina internazionale e italiana, accanto alle più classiche lezioni di panetteria e pasticceria, propedeutiche a trovare un tirocinio. I tutor sono selezionati tra giovani nati e cresciuti in Italia ma dello stesso paese di origine dei ragazzi, che è anche un bel modo di far vivere la Torino multietnica. E poi, una sorpresa per chi vorrà seguirci: stiamo pensando a eventi gastronomici e servizi innovativi, in cui i protagonisti sono gli stessi ragazzi, per garantire la sostenibilità economica delle attività.”

Queste invece le parole sul progetto di Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia:

“Il nostro obiettivo è garantire un cibo buono, pulito e giusto per tutti, dove il nostro ‘per tutti’ comprende anche i più fragili, come i cittadini migranti e i minori in particolare. Sono gli ultimi: vittime della bugia della crescita infinita, che nutre ingiustizia sociale, iniquità ed esclusione. Attraverso questo progetto vogliamo delineare una narrazione di aggregazione, riscatto, dignità, a partire da un soggetto potente: il cibo.”

Davide Cuneo